Litfiba – Terremoto


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Litfiba Terremoto

Correva l’anno 1993 e l’Italia si stava rialzando  dallo scandalo Tangentopoli.

Si respirava aria di delusione, nervosismo e soprattutto rabbia ed è da qui che nasce Terremoto, dalla rabbia.

Il sound e i testi sono di quanto più schietto e diretto i Litfiba avessero mai prodotto, ed è l’ unico album della band Fiorentina, ad essere facilmente accostabile al Metal.
Terremoto esce appunto nell’anno 1993 per la CGD, e prodotto da Alberto Pirelli.

Nelle sonorità dell’album si notano chiare influenze di Band come Metallica e dei vari gruppi Grunge dell’epoca.
Le influenze latine presenti nel precedente El Diablo vengono abbandonate a favore di un indurimento del sound devvero notevole.
L’iniziale Dimmi il nome ci travolge come un macigno, con un Riff di chitarra spaccaossa e un Piero Pelù aggressivo e rabbioso.
Sulla stessa linea è la successiva Maudit, che inizia con un intro sinistro ed oscuro per poi esplodere in linee chitarristiche di grande effetto.
Anche se l’album è il lavoro più peso della band non è da sottovalutare il lavoro delle tastiere, a nome di Antonio Aiazzi, arrangiate con gusto e in modo certosino.
Ovviamente un plauso particolare va al chitarrista Federico Renzulli (in arte Ghigo) che arrangia e rifinisce i brani con classe, enfatizzando (come sempre) il suo fedelissimo wah-wah.
La traccia numero tre è una delle canzoni più belle e famose scritte dai Litfiba: Fata Morgana.  Dopo un intro di Sitar (per mano dell’ospite Harish Powar),il brano si evolve in una suggestiva melodia, per poi esplodere in una bellissima frase solista. Il testo racconta del fenomeno ottico chiamato, appunto, Fata Morgana.
La successiva Soldi, già dal titolo, chiarisce ogni equivoco sull’argomento trattato: “Molle solidita’La tua vergogna e’ di voler comprare tutto Noi qui, figli del boom Abbiamo perso anche l’ immunita’ al contagio della liquidita’”
La traccia numero 5 Firenze Sogna è la traccia più soft dell’album ed è ovviamnente dedicata al capoluogo Fiorentino.
Con Dinosauro torna a fare capolino il metal: chitarre pesantissime e la voce di Piero cattiva come non mai. Da segnalare l’ottimo lavoro solista di Renzulli, mai tecnico ma ispiratissimo.

Una marcia introduce la ballata antimiritalista per eccellenza: Prima Guardia.
La suggestiva musica, ad opera di Renzulli, rende il giusto omaggio allo stupendo testo, ispirato al romanzo Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati, di cui evidentemente Pelù rimase particolarmente affascinato.
Da manuale il bellissimo assolo di Ghigo, forse il migliore della sua carriera.
Si arriva al Il Mistero di Giulia, dove un’ottima base Rock, supporta le disgressioni dei rapporti di coppia, che Piero decanta nei testi.
Sotto il Vulcano, dura e cupa,  chiude l’album in modo dignitoso.
A distanza di anni Terremoto, resta uno dei migliori album di tutta la carriera dei Litfiba e fotografa uno dei momenti più belli e intensi della band.

Da avere


Tracce

1. Dimmi il nome – 3:41
2. Maudit – 4:54
3. Fata Morgana – 5:13
4. Soldi – 3:49
5. Firenze sogna – 4:38
6. Dinosauro – 3:47
7. Prima guardia – 4:56
8. Il mistero di Giulia – 5:57
9. Sotto il vulcano – 4:5


Formazione

Piero Pelù – voce
Ghigo Renzulli – chitarre, scacciapensieri
Roberto Terzani – basso
Antonio Aiazzi – tastiere
Franco Caforio – batteria
Federico Poggipollini – chitarra ritmica in Il mistero di Giulia


Ospiti

Dj Stile – Scratching in Maudit
Harish Powar – Sitar in Fata Morgana