Stone Temple Pilots – Stone Temple Pilots

Recensione
Gli Stone Temple PilotsStone Temple Pilots sono stati uno dei gruppi di punta dell’era Grunge e anche uno delle poche band a sopravvivere.
Il gruppo ritorna sulle scene a ben nove anni di distanza dall’ultimo deludente disco Shangri-la dee da.
A quanto pare, un certo Scott Weiland, ha deciso di tornare nella band madre, dopo la rottura con i Velvet Revolver,dove il nostro sembrava non andare troppo daccordo con il leader Slash.
{loadposition phoca}
Chi conosce gli Stone Temple Pilots sa che la band ha fatto grandi cose in impassato, ma stavolta non ha saputo reggere il confronto con album come Core e Purple. Quindi diciamo subito, che quello che poteva essere un grande ritorno, si è rivelato un lavoro poco ispirato e scarso d’idee.
Come nel precedente album, le cordinate sonore della band, sono improntate su un Hard Rock piuttosto classico e risultano tangibili, in questo senso, le influenze di gruppi come Jane’s Addiction o , in brani come Bagman, Areosmith.
Il disco si salva giusto in alcuni brani, come le massicce Take a load off e Between the lines o la più tranquilla Hickory dichotomy.
Ascoltando il lavoro si ha subito l’impressione che le canzoni non portino da nessuna parte e si ha la certezza di un’occasione mancata.
Se volete ascoltare del buon Rock potete tranquillamente guardare altrove.
TRACKLIST:
Between the lines
Take a load off
Huckleberry crumble
Hickory dichotomy
Dare if you dare
Cinnamon
Hazy daze
Bagman
Peacoat
Fast as I can
First kiss on Mars
Maver
Recensione album scritta da Simo